venerdì 1 marzo 2013

La Basilicata moderna. 0. Un dossier del 1736




Nell’ambito del più generale contesto relativo al «tempo eroico» del Regno di Napoli, come fu definito da Bernardo Tanucci, ossia l’istituzione del Regno autonomo sotto la dinastia dei Borbone, solo da alcuni anni la storiografia ha ripreso ad analizzare il primo ventennio del riformismo borbonico, relativo ad una risistemazione della compagine statale e ad una ridefinizione delle direttrici di sviluppo del Mezzogiorno d’Italia.
Certamente, dopo i fondamentali lavori generali di Michelangelo Schipa, Benedetto Croce, Raffaele Ajello, Raffaele Colapietra e Pasquale Villani, un nuovo impulso è stato dato da studiosi della scuola di Giuseppe Galasso e di Augusto Placanica, con nuovi, approfonditi, studi relativi alla persona di Carlo di Borbone al di là della tradizionale mitizzazione del “padre fondatore” del Regno quale fu imposta dalla pubblicistica fin dal cruciale 1759, alla sua partenza per la Spagna.

Particolare interesse, in tale direzione, riveste lo studio delle realtà provinciali nel corso del primo trentennio del XVIII secolo, un’epoca solo da pochi anni rivalutata e studiata a livello provinciale, con uno scavo archivistico ancora, certamente, agli inizi, ma che evidenzia come il Viceregno austriaco e i primi anni del regno carolino vadano ancora “dissodati” per scoprire le articolate realtà delle province che uscivano dalla crisi generale del Seicento con variegati contesti politico-istituzionali e socio-economici.
Una fonte di notevole rilevanza, in questo senso, è quella “relazione” che Carlo di Borbone commissionò al Tanucci dopo una rapida sosta nella zona del Materano e della fascia jonica nel lungo viaggio con l’armata per raggiungere Palermo, sede dell’incoronazione sul trono di Sicilia.
Il Tanucci, a sua volta, incarico il segretario della Regia Udienza basilicatese, il marchese di Camporeale Rodrigo Maria Gaudioso, di stendere una relazione dettagliata che informasse il sovrano delle tipologie abitative delle Università e, soprattutto, delle caratteristiche e degli introiti derivanti dai feudi laici ed ecclesiastici e dagli enti ed istituzioni religiose. Il voluminoso dossier inviato dal Gaudioso a Napoli, con il titolo descrizzione della provincia di basilicata fatta Per ordine di Sua Maestà, che Dio Guardi, da Don rodrigo maria gaudioso Avvocato Fiscale Proprietario della Regia Udienza di detta Provincia, è conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli, nella sezione Manoscritti ed è una testimonianza notevole non solo del modus operandi di un funzionario provinciale, come da più decenni era noto attraverso la pubblicazione della relazione propriamente detta ma, soprattutto, apre uno spiraglio notevolissimo sulla situazione delle Università della Basilicata, i cui ceti dirigenti furono responsabili della compilazione dei resoconti da inviare al Gaudioso e che contengono una mole maggiore rispetto a quanto abbreviato e, in più parti, omesso dall’avvocato fiscale materano.
La rapida visita fatta in Basilicata nel gennaio del 1735 indusse Carlo a disporre una inchiesta sulle condizioni di questa regione e Bernardo Tanucci incaricò a tal proposito Rodrigo Maria Gaudioso, avvocato fiscale dell’Udienza di Matera, di raccogliere dati e notizie per stilare una relazione sulle condizioni economiche e sociali di questa provincia:

«Illustrissimo signor mio padrone colentisimo
In questa settimana essendomi capitata una stimatissima carta di Vostra Illustrissima de 19 del cadente aprile con mi si è servito comandarmi per il serviggio di S. M e per le occorrenze che allo stesso vengono le facessi un’esatta discrittione di questa provincia avvisandole minutamente il sistema d’essa ne i propri termini che si è servita comandarmelo; ond’io in altro che accuso il ricivo di tal riverentissimo ordine di V.S.V., passo a parteciparle che sarà da me subbito ubbedito e eseguito colla celerità più possibile nella propria maniera che si e servita imprimelo, ed impritanto rinnovando a V. S V.I.I.I. sempre più rispettosa la mia cita osservanza con devotissimo inchino verso immutabilmente».

Il Gaudioso, segretario fiscale della Regia udienza di Basilicata e Marchese di Camporeale, già il 30 aprile rispose che avrebbe provveduto con celerità, inviando agli amministratori delle università di Basilicata una lettera per sollecitarli alla stesura delle singole relazioni, soprattutto gli amministratori inadempienti entro sei giorni. Il Gaudioso inviò una lettera a tutti gli amministratori delle università chiedendo di stendere una relazione sullo stato dei propri centri indicandone: 1. Posizione; 2. Abitanti; 3. Produzione; 4. Giurisdizione; 5. Amministrazione; 6. Introiti e tasse.

«Matera 30 aprile 1735
Signor. Regente d. Bernardo Tanucci Segretario di giustizia presso S. MMiles. D. Rodrigo Maria Gaudioso ex marchionibus Campi Reali Regi Fisci […] provinciae Basilicate […]Magnifici sindaci, eletti cancellieri, ed ogni altro a chi spetta dell’università di tutti luoghi di questa provincia di Basilicata vi significo che fra il ternime  di giorni io avessimo rimesso in nostro potere fede veridica del numero degl’abitanti dai vostri rispettivi luoghi, vescovadi colle loro entrade e plebende, badie, conventi dè frati, parrocchie,baroni con loro entrade, i nobili di ciaschè d’una città con loro entrada, prodotti del terreno, marina, meccanica, entrade rege, tribunali con loro ministri, e salari di ciascuno,usanze, leggi,stili particolari ed inclinazioni dei popoli. E’ perché finora non abbiate curato ubbidire, abbiamo perciò fatto urgente, col quale vi dicemo ed avvertimo che precisamente […] tra il termine d’altri giorni 6 lo dobbiate remettere in risposta della fede di quel tanto vi è nei singoli rispettivi luoghi.
Matera, li’ 8 gennaio 1736
Rodrigo Maria Gaudioso»

La provincia comprendeva 117 centri abitati distribuiti in quattro “Ripartimenti”.
Quello di Tursi comprendeva 30 centri abitati e si spingeva da Montescaglioso e da Ferrandina, sino ai confini della Calabria e da Terranova del Pollino sino a Gallicchio. Quello di Maratea comprendeva 30 centri abitati e si spingeva dalla costa tirrenica fino a Viggianello, a Miglionico e a Corleto Perticara. Quello di Tricarico, con 29 centri abitati, comprendeva Potenza e i paesi del basso Potentino spingendosi sino a Pietrafesa e da Sasso Castalda sino ai paesi dell’alta valle dell’Agri, da Montemurro a Tramutola. Il Ripartimento di Melfi, infine, comprendeva 28 centri abitati, a nord di Potenza.
I 117 centri abitati distribuiti nei 4 Ripartimenti della Basilicata erano piccoli nuclei abitati con una popolazione inferiore ai mille abitanti. Oltre a Matera (13382 abitanti), Potenza (8000), Lauria (6000) soltanto tre centri superavano i 5000 abitanti: Melfi (5523), Avigliano (5500); Ferrandina (5000). Sette superavano i 4000 abitanti: Laurenzana (4800), Pisticci e Tursi (4200), Muro, Rivello, Tricarico e Viggiano (4000). Sei i 3000: Calvello e Venosa (3700), Moliterno (3500), San Fele (3200), Montepeloso (3071) Rionero (3050).




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