martedì 4 febbraio 2014

Materiali didattici. 7. Strabone. La Lucania (Geografia, VI 1, 1-3; 14-15)

[1] Dopo le foci del Sele si giunge in Lucania, e al tempio di Hera Argiva, fondato da Giasone, e nelle vicinanze, a meno di cinquanta stadi, a Posidonia. 
Quindi, navigando oltre il golfo seguente, si giunge a Leucosia, un'isola, molto prossima alla costa. L' isola prende il nome da una Sirena, che venne abbandonata qui sulla spiaggia quando le sirene, così racconta il mito, si immersero nelle profondità del mare. Di fronte all'isola si trova quel promontorio che opposto a Sirenussae e con esso forma il golfo di Posidonia. 
Doppiando questo promontorio si entra immediatamente in un altro golfo, ove si trovava una città che venne chiamata Hyele, dai focei che la fondarono, e da altri Ele, dal nome di una sorgente, ma adesso è chemata Elea. Questa è la città natale di Parmenide e Zenone, i filosofi pitagorici. E' mia opinione che non solo per l'influenza di questi uomini, ma anche in tempi antecedenti la città sia stata ben governata, e fu a causa di questa buona amministrazione che il popolo non solo riusci a controllare i Lucani e i Posidoniati, ma anche a riportare vittorie, sebbene fossero inferiori a loro sia per estensione del territorio che come popolazione. In qualche misura, essi erano costretti, a causa della povertà dei loro terreni, a lavorare soprattutto in mare, e ad impiantare stabilimenti per la salagione del pesce, ed altre attività simili. Secondo Antioco, dopo la presa di Focea ad opera di Harpagus, il generale di Ciro, tutti i Focei che poterono farlo, si imbarcarono cole le loro famiglie sui loro navigli leggeri e, sotto la guida di Creontiade, navigarono prima verso Cyrno [Corsica] e Massalia [Marsiglia], ma quando vennero scacciati da questi luoghi fondarono Elea. Alcuni, comunque, dicono che la città prese nome dal fiume Elees [Salso]. Si trova a circa 200 stadi da Posidonia. 
Dopo Elea viene il promontorio di Palinuro. 
A largo di Elea vi sono due isole, le Enotriadi che sono punti d'approdo. Dopo Palinuro viene Pyxus - un capo, un porto [Policastro] e un fiume [Bussento] che hanno lo stesso nome. Pyxus era stata popolata con nuovi coloni da Micythus, il governante di Messina in Sicilia, ma quasi tutti i coloni ri reimbarcarono presto per altri lidi. 
Dopo Pyxus viene un'altro golfo, e poi Laus- un fiume e una città; che è l'ultima delle città Lucane, sita a breve distanza dalla costa, è una colonia dei Sibariti, e dista da Elea 400 stadi. L'intero percorso lungo la costa della Lucania è 650 stadi. Nei pressi di Laos si trova il tempio dell'eroe Draco [Draconte], uno dei compagni di Odisseo, su cui venne dato agli italioti il seguente oracolo:
Un giorno molta gente perirà nei pressi del Draconte di Lao. 
E l'oracolo si avverò, poichè, forviati dall'oracolo, le genti che guerreggiavano contro Laos, cioè, i greci d'Italia, furono annientati per mano dei Lucani. 
[2] Questi, quindi, sono i luoghi della costa tirrenica che appartengono ai Lucani. 
Così come per l'altro mare, essi non poterono giungervi prima; infatti era sotto il controllo dei Greci che tenevano il golfo di Taranto. Prima che arrivassero i greci, comunque, i Lucani ancora non erano giunti nell'area, e le regioni erano occupate dai Coni e dagli Enotri. Ma in seguito i Sanniti accrebbero la loro potenza e scacciarono i Coni e gli Enotri, questa regione venne occupata delle tribù Lucane, allo stesso tempo i greci aumentavano la loro presenza su entrambe le coste fino allo stretto, i Greci e i barbari si fecero la guerra per molto tempo. Prima i Tiranni della Sicilia e poi i Cartaginesi, che erano in guerra con i romani per il possesso prima della Sicilia e poi dell'Italia stessa, ridussero a mal partito tutti questi popoli, ma in questo li precedettoro i Greci. Questi fin dai tempi della guerra di Troia, avevano sottratto ampi territori ai primi abitanti, ed avevano notevolmente accresciuto la loro potenza tanto da chiamare questa parte d'Italia, insieme alla Sicilia, Magna Grecia. Ma oggi tutte le parti di essa, eccetto Taranto Reggio e Napoli sono divenute completamente barbarizzate, e sono occupate in parte dei Lucani e dai Bruzi e in parte dai Campani - cioè nominalmente dai campani ma in realtà sono controllate dai Romani, poiché i Campani stessi sono diventati Romani. Comunque chi si occupa della geografia della terra deve necessariamente parlare, non solo dei fatti del presente, ma anche a volte dei fatti del passato, soprattutto quando rivestono una certa rilevanza. 
Fin qui si è parlato dei Lucani dei territori sulle coste del Mar Tirreno, mentre quelli che controllano l'interno sono le genti che vivono sopra il golfo di Taranto. 
Ma questi ultimi, i Bruzi, e gli stessi Sanniti (progenitori di questi popoli) sono oggi tanto decaduti che è difficile anche distinguere i loro singoli insediamenti, e il motivo è che non mantengono più alcuna organizzazione comune in nessuna delle singole tribù e le loro peculiari differenze nel linguaggio, nell'armamento, nell'abbigliamento e nelle usanze, sono andate completamente perdute, e d'altra parte, i loro centri , considerati nell'insieme o in dettaglio, non rivestono alcuna importanza. 
[3] Conseguentemente, senza fare distinzioni fra loro, parlerò solo in generale cio che ho appreso su questi popoli che vivono nell'interno, cioè i Lucani e quei Sanniti che sono i loro vicini più prossimi. Petelia è considerata metropoli dei Lucani, ed e ancora oggi piuttosto popolosa. Venne fondata da Filottete dopo che, in seguito ad una disputa politica, era stato esiliato da Melibea. E' in una posizione talmente forte che anche i sanniti la hanno ulteriormente fortificata contro i Turii. Anche l' antica Crimisa, che si trova vicino nella regione, venne fondata da Filottete. Apollodoro, nel suo "catalogo delle navi", menzionando Filottete, dice che, secondo alcuni , quando egli arrivò nel territorio di Crotone, fondò un insediamento sul promontorio di Crimissa; e nell'entroterra poco distante fondò la città di Chone, da cui quelli che la abitavano vennero chiamti Coni, e che alcuni dei suoi compagni proseguirono sotto la guida del Troiano Egesto verso la re gione di Erice in Sicilia ove fortificarono Esesta. Nell' entroterra inoltre vi sono Grumento, Vertine, Calasarna e altri centri minori fino ad arrivare a Venusia, che una città importante; ma io penso che questa città e le altre que nominero in seguito procedendo verso la Campania siano sannite. Un po' all'interno rispetto a Turi c'è la cosiddetta regione Turiana. I Lucani sono di stirpe Sannitica ma avendo battutto i Posidoniati e i loro alleati in guerra vennero in possesso delle loro città. In tutti i periodi ordinari, ed è vero, il loro governo era democratico, ma nei periodi di guerra veniva scelto un re dai magistrati in carica. Adesso sono Romani. 
[4] La costa che viene dopo la Lucania, fino allo stretto di Sicilia e per una distanza 1350 stadi è occupata dai Bretti. Secondo Antioco, nel suo trattato Sull' Italia, questo territorio (che è quello che si appresta a descrivere) che si chiamava Italia, ma che prima si chiamava Enotria. Ed egli assegna come suoi confini, sul mare Tirreno, lo stesso confine che io ho assegnato al paese dei Bruzi il fiume Lao e sul mare Siciliano (Jonio) Metaponto. Ma escludendo il territorio dei tarantini, confinante con Metaponto, che egli colloca fuori dall'Italia e chiama i suoi abitanti Japigi. Ed in un tempo più antico, secondo lui, si potevano chiamare Italiani ed Enotri solo quelle genti che vivevano in questo lato dell'istmo nel paese che giunge fino allo stretto di Sicilia. Lo stesso istmo, largo 160 stadi, si trova fra due golfi, l'Hipponiate (che Antioco chiama Nepetino) e lo Scylletico. Il percorso lungo la costa intorno al paese compreso fra l'istmo e lo stretto è 2000 stadi. Ma in seguito, egli dice, i nomi di Italia ed Enotria vennero ulteriormente estesi oltre il territorio di Metaponto e quello di Siri, fino a comprendere, i Choni, una tribù Enotria ben governata, il cui territorio venne chiamato Conia. Antioco parla in maniera semplice ed arcaica, senza fare alcuna distinzione fra Lucani e Brettii. 
In primo luogo, la Lucania è situata fra la costa tirrenica e quella del Mar di Sicilia, sulla prima si estende fra i fiumi Sele e Lao, sulla seconda fra Metaponto e Turi; in secondo luogo, sul continente, dal territorio dei Sanniti fino all'istmo che si estende da Thuri a Cerilli l'istmo largo 300 stadi. 
Ma i Brettii sono situati al di la dei Lucani, e questa penisola include un'altra penisola che ha un istmo che si estende dal golfo di Scylletium fino al golfo Hipponiate. Il nome della tribù fu dato loro dai Lucani, infatti i lucani chiamano tutti i ribelli Brettii. I Brettii si ribellarono, così si dice, poiché prima essi pascevano gli armenti dei Lucani, e poi per l'indulgenza dei loro padroni, cominciarono ad agire come uomini liberi, quando Dione fece la sua spedizione contro Dioniosio, fece sollevare tutti questi popoli l'uno contro l'altro.Questo e quanto si puo dire in generale dei Lucani e dei Bretti. 
[...]
[14] Dopo Turio viene Lagaria, una fortezza fondata dal Focese Epeo, famosa per il suo vino Lagaritano, dolce e delicato tenuto in gran conto dai medici. Anche quello di Turio e uno dei vini più rinomati. Poi viene la città di Eraclea a breve distanza dal mare, e da due fiumi navigabili l' Aciris ed il Siris. Sul Siris vi era una città d'origine Troiana dallo stesso nome, ma in seguito quando i Tarantini stabilirono la colonia di Eraclea essa divenne il porto degli Eracleoti. Siris dista 25 stadi da Eraclea e 330 da Thurio. Gli scrittori addducono come prova dell'insediamento Troiano la presenza in quel luogo del simulacro ligneo di Athena Iliaca - che la leggenda dice che abbia chiuso gli occhi quando alcuni devoti supplici vennero catturati dagli Ioni che presero la città. Questi Ioni erano giunti li come coloni per sfuggire al dominio dei Lidi e presero con la forza la città che apparteneva ai Chonii e la chiamavano Polieum, e ancora oggi vi si può vedere il simulacro con gli occhi chiusi. Già e difficile credere in questa favola che l'immagine abbia chiuso gli occhi per lo sdegno - come si racconta che accadde all'immagine a troia quando fu violata cassandra - ma che anche la si possa vedere quando li chiude. ma é ancor più difficile credere che tutte queste immagini siano state portate da Troia, non solo quella di Siris ma anche a Roma, a Lavinio, e a Luceria Athena viene chiamata Iliaca, poiché si pensa che sia stata portata da Ilio. Inoltre in così tanti luoghi si attribuisce alle donne Troiane l'atto eroico che per quanto sia possibile e difficile da credere. Alcuni sostengono che Siris e Sybaris Theuthtantos vennero fondate dai Rodii. Secondo Antioco, quando i Tarantini erano in guerra con i Turini che erano guidati da Cleandrida, un esule di Sparta, per il possesso del territorio di Siris, giunsero ad un compromesso e la occuparono congiuntamente, ma la colonia venne attribuita a Taranto, ma successivamente la colonia venne spostata e venne chiamata Eraclea. 
[15] Viene quindi Metaponto che è a 140 stadi dalla stazione navale di Eraclea. Si dice sia stata fondata dai Pilii che tornavano da Troia con Nestore, e si racconta che la loro agricoltura divenne così prospera che poterono dedicare a Delphi una messe d'oro. Gli storici a prova della fondazione dei Pilii l'istituzione del sacrificio espiatorio ai Neleidi. la città venne poi distrutta dai Sanniti. Secondo Antioco, il luogo venne successivamente colonizzato da alcuni achei che erano stati chiamati dai Sibariti poichè era abbandonato; in realtà essi vennero chiamati a causa dell'odio che gli achei nutrivano nei confronti dei tarantini che li avevano caccaiti dalla Laconia e per inpedire che i loro odiati vicini occupassero quel luogo. Quindi essendoci due città, delle quali Metaponto era più vicina a Taranto i nuovi arrivati furono convinti dai Sibariti ad occupare il sito di Metaponto e possedendo questo avrebbero anche Siris, mentre se avessero occupato la Siritide, avrebbero permesso l'inclusione del territorio di Metaponto a quello dei Tarantini, essendo quest'ultimo confinante col loro territorio. Quando più tardi i Metapontini si scontrarono con i Tarantini e gli Enotri dell'interno si raggiunse un accordo per definire il confine fra la Japigia e l' Italia di allora. 
Qui viene localizzata la leggenda di Metaponto e quella della prigioniera Melanippe e di suo figlio Beoto. Secondo Antioco, la citta di metaponto si chiamava prima Metabon e solo inseguito il suo nome si modificò leggermente, ed inoltre che Melanippe non sia stata portata all'eroe Metabos ma a Dios, come è provato dal santuario dell'eroe Metabos, anche il poeta Asios, quando racconta di Beoto dice che fu generato "dalla bella Melanippe nelle stanze di Dios" volendo dire che fu portata a Dios non a Metabos. 
Ma come dice Eforo, il colonizzatore di Metaponto fu Daulio, tiranno di Crisa, nei pressi di Delfi. Un'altra storia racconta che che l' uomo che fu inviato dagli Achei a contribuire alla colonizzazione fosse Leucippo, e che avendo chiesto il permesso ai tarantini di sostare in quel luogo per la notte egli non lo restituì più, rispondendo alle loro proteste di giorno che lo aveva chiesto per la notte successiva e di notte che avesse diritto a passare lì anche il giorno successivo. 

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